Progetti di ricerca

Progetti di ricerca

La contaminazione dei tessuti rappresenta un punto di fondamentale importanza all’interno dell’attività di tissue banking; lo scopo di ogni banca è quello di ridurre al minimo lo sviluppo di batteri nei tessuti prelevati, al fine di garantire sempre gli standard di sicurezza e qualità. Abbiamo analizzato le contaminazioni tissutali a partire dal 2008 e le abbiamo messe in relazione con i fattori potenzialmente coinvolti: età, sesso e tipo di donatore, causa di morte, se è avvenuto il prelievo di organi e/o di cute, cadaveric time, numero di operatori coinvolti nel prelievo, numero di tessuti prelevati. Stiamo elaborando i dati per fornire un quadro completo e determinare le variabili che influenzano in modo significativo la contaminazione batterica dei tessuti.

Abbiamo analizzato l’efficacia di decontaminazione del cocktail antibiotico attualmente in uso nella nostra struttura sui tessuti prelevati da donatore cadavere dal 2008 al 2012. Le analisi vengono eseguiti sui tessuti in 3 fasi: al momento del prelievo in sala operatoria, durante la processazione (dopo la prima decontaminazione) e durante la fase di conservazione (dopo la seconda decontaminazione). Stiamo analizzando i referti microbiologici, valutando la capacità di decontaminazione del cocktail antibiotico al fine di capire quali e quanti siano i ceppi resistenti.

Stiamo analizzando la capacità dell’ipoclorito di sodio a ridurre o eliminare la contaminazione dei tessuti durante la fase di prelievo. I tessuti vengono immersi in una soluzione diluita di ipoclorito di sodio, con tempi diversi a seconda della tipologia, e poi risciacquati con soluzione fisiologica. L’analisi è stata condotta su 2000 tessuti e confrontati con i risultati ottenuti su altrettanti tessuti non trattati con amuchina.

Uno degli obiettivi principali per una banca tissutale è la riduzione della contaminazione microbiologica, questo si può ottenere sia analizzando ed agendo sule variabili che influenzano il prelievo (vedi progetto 1) sia utilizzando un cocktail antibiotico più specifico e con maggiore attività battericida. Il cocktail antibiotico utilizzato attualmente nella nostra struttura è stato comparato con altre 2 nuove combinazioni di antibiotici su 102 specie batteriche isolate dai tessuti.

Tenendo conto dell’ampio uso della membrana amniotica nella cura delle patologie oculari, con la collaborazione di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, abbiamo analizzato i dati relativi agli ultimi 12 anni di attività, per un totale di 5.349 patches distribuiti. L’ulcerazione corneale rappresenta la patologia maggiormente trattata, seguita dalla cheratite, pterigio, traumi chimici e patologie neoplastiche. I risultati clinici sono basati sui follow-up ad un anno dal trattamento, l’impianto della membrana amniotica mostra ottimi effetti nel controllo e gestione dell’infiammazione e del dolore, promuovendo la riepitelizzazione e la formazione dell’epitelio corneale.

Il progetto ha come scopo la validazione del metodo TRICOL, che prevede l’utilizzo di un detergente non-ionico e il colato di sodio, per la decellularizzazione delle valvole aortiche umane. Per valutare l’efficacia di questa metodologia, in collaborazione con l’equipe padovana del Dr Gerosa, abbiamo condotto analisi istologiche ed immunoistochimiche su diversi campioni cardiaci prima e dopo la procedura di decellularizzazione. Abbiamo dimostrato la rimozione degli antigeni HLA di classe I e II e della componente cellulare, ed il mantenimento della struttura extracellulare con il collagene e le fibre elastiche. La valvola decellularizzata così prodotta comporta un abbassamento del potenziale calcifico, una corretta emodinamica ed il mantenimento degli elementi strutturali necessari per il ripopolamento cellulare dell’ospite.

Lo scopo del progetto è una caratterizzazione estensiva della membrana amniotica sia in termini ultrastrutturali che in contenuto di citochine. Campioni di membrana amniotica fresh-frozen sono stati comparati a campioni liofilizzati ed irradiati a 10, 20, 30 kGy. Nello specifico, sono stati valutati i contenuti di 9 importanti citochine prima e dopo liofilizzazione ed irradiazione. In aggiunta, sono state condotte analisi istologiche attraverso l’uso della microscopia elettronica per valutare e quantificare i danni subiti dalla matrice extracellulare, nello specifico dall’epitelio, dalla membrana basale e dalla lamina densa.

Da alcuni anni, la membrana amniotica ha assunto un ruolo molto importante come sostituto biologico in diverse patologie oculari, nelle ustioni, nelle ulcere diabetiche, nelle ricostruzioni delle cavità orali, genitali, tendinee, di nervi. I risultati trasversali ottenuti nelle diverse discipline chirurgiche della membrana amniotica sono frutto della combinazione di diverse proprietà di questo tessuto; per questo FBTV ha promosso l’uso della membrana amniotica come sostituto durale, in collaborazione con la neurochirurgia di Treviso, Padova e Verona. Lo scopo di questo studio è confermare l’efficacia della membrana amniotica in campo neurochirurgico, già dimostrata da altri centri, come sostituto omologo durale dopo craniectomie decompressive. Vogliamo supportare i risultati clinici con analisi istologiche e con risonanze magnetiche, al fine di dimostrare se essa comporta risultati equiparabili o migliori rispetto alle procedure standard.

In collaborazione con l’UO di Chirurgia Maxillofacciale dell’ospedale di Castelfranco, è stato condotto uno studio su pazienti operati per ricostruzioni della cresta alveolare. Per gli interventi è stato usato l’osso fresh-frozen prelevato, processato e conservato nella nostra struttura. I primi risultati sono più che soddisfacenti: in più del 90% dei casi non si è registrato alcun problema correlato all’innesto. Lo studio mostra che l’osso omologo può essere un’ottima alternativa terapeutica per le ricostruzioni della cresta alevolare, fornendo un eccellente sostituto tessutale, efficace e sicuro.

Segnalazioni Donazioni Multitessuto
Reperibilità Urgenze
dalle 16:30 alle 8:00